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Discorso per la nascita della Società Operaia di Roscigno

Operai, colleghi miei cari!
In nome del Sodalizio Laurinese cordialmente vi saluto, e sentitamente vi ringrazio del gentile invito fattogli a mezzo del vostro egregio Presidente per partecipare a questa simpatica festa, che suona fratellanza, lavoro, onestà. Sì, cari miei, sotto questo triplice aspetto soltanto le feste degli operai hanno ragione d’essere per migliorare la classe operaia, e noi intervenimmo appunto perché tale è la festa che questo ospitale paese oggi solennizza in onore del compleanno della istituzione di questa società operaia, e della inaugurazione della sua bandiera.
Operaio al pari di voi, miei cari fratelli, non mi sento per atteggiarmi ad un discorso oratorio, ma vi dirò alla buona, senza altisonanti parole, e pompose frasi, che la più nobile istituzione, specialmente nei nostri piccoli paesi, è la istituzione della società operaia di mutuo soccorso. Sono esse che affratellandoci ci fanno sentire comunanza d’affetti, sono esse che spingono al lavoro, col quale dobbiamo sostentarci, sono esse che ci animano al nostro miglioramento morale, di cui abbiamo tanto bisogno.

Nei tempi d’infelice memoria il diritto d’associazione era un delitto, era d’uopo cospirare, dovevano di necessità sorgere le sette segrete. Oggi, che la cara nostra Italia da dilaniata e schiava, s’asside una e libera nella maestà della sua grandezza, ogni associazione è permessa, ed anche gli operai si uniscono per pacificamente intendersi l’un con l’altro e vedere migliorata la loro condizione mercé il lavoro, mercé l’istruzione, l’educazione. Non siamo noi gente sovversiva, come i maligni ci vorrebbero fare apparire, noi siamo amanti dell’ordine, delle leggi, e con l’uno e con le altre vogliamo il nostro miglioramento nelle nostre associazioni che hanno per obiettivo il mutuo soccorso.

Lungi sempre da noi gli anarchici, coloro che sotto la falsa veste dell’operaio turbano in Roma la festa del I° maggio. Essi sono la peste dell’umanità, da essi non possiamo sperare alcun bene, perché essi stessi non sanno che vogliono. L’anarchia non favorisce la nostra causa, anzi l’avvilisce, la discredita, l’annienta, perché nella sua bandiera il lavoro onesto, la rimunerazione equa, non hanno fondamento, come nella nostra che oggi inaugurate. Per voi questo vessillo è il vessillo della concordia, del lavoro, dell’onestà, del reciproco miglioramento.

Son sicuro che Roscigno sentirà i benefici effetti di questa santa istituzione, nella quale non vedrà mai il disordine, l’ozio, la vendetta, ma vedrà sempre più ciascun operaio migliorare l’opera sua, migliorare la propria condizione, e voi, cari miei fratelli, benedirete il primo giorno che vi uniste in società, e ricorderete con entusiasmo l’inaugurazione di questa bandiera, innanzi alla quale i nostri cuori tripudiano di gioia al pari dei vostri. Tale nostro godimento è giusto; poiché voi e noi abbiamo le stesse aspirazioni, usiamo gli stessi mezzi per conseguire il nostro miglioramento materiale e morale. Una schietta prova di affratellamento tra la vostra società e la nostra ce la porge oggi il fatto che ci fa trovare qui riuniti, e la società operaia laurinese serberà sempre grata memoria di quella sua consorella.
Voi con l’invitarci in questa festa, avete dimostrato quanto sentite lo spirito d’associazione ed in quale pregio tenete l’istituzione che davvero ci nobilita, innalzando l’operaio a quella dignità propria del cittadino laborioso, onesto ed intelligente. Le nostre forze unite avvalorate da fraterno affetto, dal mutuo soccorso, sapranno far valere i nostri diritti, sapranno farci degni di noi stessi, e rispettati dai prepotenti che dovranno specchiarsi nel nostro operare. E siccome in tutte le miserie, in tutti i dolori del lavoratore italiano si rispecchia tutta la lagrimevole storia della sua patria adorna di bellezze onde ha avuto dote di infiniti guai, egli deve scorgere l’influenza benefica di tutti coloro che nella notte dei tempi servili hanno lavorato, hanno patito per la libertà da permetterci ora di svolgere tutte le nostre facoltà, tutte le nostre attività senza pregiudizi, senza superstizioni, nelle ricerche del meglio, in fatti d’industrie, di commercio, d’agricoltura, la quale potrebbe essere la vera fonte di ricchezze, se da noi fosse tenuta in considerazione.

Abbiamo bisogno miei cari fratelli di dimostrare con i fatti che le nostre associazioni hanno in mira la tutela del debole, del fanciullo, il soccorso del malato e del vecchio e di produrre la concordia nei paesi non la discordia fonte di rovina per la nostra classe. Noi dobbiamo svolgere le nostre forze, le nostre attività pacificamente con fiducia nell’avvenire e non con le rappresaglie, in cui fanno lor pro soltanto i maligni. Lavoriamo, siamo onesti, siamo uniti, amiamoci, facciamo valere i nostri diritti in conformità delle leggi dello Stato, che ci governano sotto il liberale regime di Casa Savoia, del nostro amatissimo Re Umberto, che tanto ha a cuore l’interesse dell’operaio, del povero, dello sventurato. In questa sala, carissimi fratelli, che lascia nell’animo mio tanto grato ricordo per la odierna festa di questo vostro sodalizio, cui auguro il maggiore incremento, sono lieto poter ad alta voce dire:
Viva la società operaia di Roscigno!

 

Discorso tenuto in Roccadaspide il 2° febbraio 1890.

Signori, Invitato gentilmente a godere di questa festa operaia, venni in mezzo a voi lieto dell’onore compartitomi, e sento il dovere di rendervi le più sentite azioni di grazie e di fare di cuore un un augurio a questo benemerito sodalizio. Operaio al pari di voi, o signori, le mie brevi parole non saranno altisonanti, ma l’espressione sincera dell’animo mio, che nutre le stesse speranze, ha le stesse aspirazioni vostre : il miglioramento materiale e morale della nostra classe operaia.
Questa abbastanza ha sofferto pel passato, ed ha avuto, sarei per dire, doveri senza diritti, i quali oggi solo incominciano ad esercitare indipendentemente da una classe a cui una volta era tutto lecito ed a noi tutto vietato. Oggi riuniti, affratellati possiamo dire che anche noi siamo da tanto a poter sentire liberamente, a poter valutare le cose, a poter operare da noi, sempre conformi ai sani principi del giusto e dell’onesto. Non siamo gente sovversiva, come i maligni avrebbero voluto far credere; desideriamo lavorare e guadagnare con i nostri sudori pane per noi e per i nostri figli. Ci siamo riuniti in società di mutuo soccorso per aiutarci l’un l’altro non solo con mezzi materiali ma col consiglio fraterno che il più delle volte supera di gran lunga il compenso monetario.
Parlo in siffatto modo per aver sperimentato i benefici effetti in due anni della nostra società di Laurino, in nome della quale ringrazio questa consorella, che ebbe il lodevole pensiero di voler chiamare in questa lieta festa operaia la nostra banda musicale, che mi auguro vorrà corrispondere alle nostre aspettative, col rimanervi non solo pienamente soddisfatti nell’attualità, ma da invogliare a spendere l’opera vostra per farla ritornare per le festività che si solennizzano in questo paese, essendo essa banda sorta nel seno d’una istituzione pari alla vostra. Se una società non aiuta nelle occasioni un’altra che cosa potremo noi sperare da chi non è con noi? Sì, non bisogna che una società pensi solo per sé stessa, è necessario che l’una dia la mano all’altra ed insieme concorrano al loro incremento.
Bello esempio ne ha dato ora questa vostra lodevole società ai cui componenti, con a capo il Consiglio Direttivo, pubblicamente rendo i dovuti ringraziamenti. Soci Rocchesi, fratelli miei nel lavoro, miglioriamo le arti, i mestieri, le industrie se davvero vogliamo, concordi e con amore, quel progresso che ci nobilita e ci fa grandi in un libero suolo, nella nostra Italia, che or non più serva di tiranni da se si svolge ad occupare non l’ultimo posto tra le nazioni.
L’affetto regni sempre tra di voi, il buon volere ci guidi in ogni nostra opera e sempre uniti dimostreremo quanto valgono queste umanitarie istituzioni, per le quali sene sono dette e se ne dicono di tutti i colori.
Da gran tempo, o signori, sento per questo vostro nobile sodalizio la più viva simpatia ed è per ciò che cordialmente gli auguro le maggiori prosperità, di cui è degno. Onorandomi presentarvi, o fratelli, un saluto in nome della società operaia Laurinese, mi gode l’animo poter dire ad alta voce:

Viva la Società Operaia di Roccadaspide.

 

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