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Il Conte Giovanni
Benedetto Sangiovanni (parte 2)
di Anna e Cosmo Schiavo

Mormon Trail, il sentiero mormone

Nacque il 5 luglio 1813, sotto il segno del Cancro, Susannah Mehitable Rogers, a Montreal, nel Quebec, in Canada, la terra dei Grandi Laghi.

David White Rogers (4/10/1787-21/9/1881), suo padre, era un trapper, tendeva soprattutto trappole, insomma un cacciatore di animali da pelliccia: tassi, opossum, castori. Non solo. Era uno dei primi esploratori di quegli incantevoli luoghi, mitici nel ricordo di noi ragazzi tra la metà degli anni ’50 e i ’60 per le imprese del Grande Blek, del piccolo Roddy del dottor Occultis. Tonnerre de Dieu, erano francofoni e contrastavano, come potevano, il potente spiegamento di forze degli “imperialisti” inglesi.

Un uomo eccezionale, David, come tutti gli esploratori del tempo. Anche boscaiolo, poi, falegname di ottimo livello, cercò una vita meno pericoloso negli Stati Uniti, mettendo su, con un figlio, una falegnameria. Era conosciuto, nella famiglia mormone, come il “doctor”, avendo acquisito una certa competenza, nei boschi e tra gli “indiani”, nell’aiutare le persone con problemi di salute.

Aveva sposato, il 5 dicembre 1811, Martha Collins (22/8/1793-18/6/1881), che gli avrebbe dato 11 figli, Susannah la primogenita.

Nel 1837, dopo aver ascoltato i sermoni di Parley P.Pratt e di Elijah Fordham, “the elders”, gli Anziani, si convertì al mormonismo. Fu uno dei capi nel guidate il popolo mormone lungo il Mormon Trail, il “sentiero mormone”, il lungo, faticoso e, a volte, drammatico, viaggio dall’Illinois allo Utah, dove avrebbero fondato Salt Lake City, città e tempio simboli dei Mormoni. In poco più di un ventennio giunsero da quelle parti in 70.000.

Erano organizzati in perfette e disciplinatissime compagnie, in carri telati trainati da cavalli, in carretti trascinati a mano, frumento, forni, animali, cani apripista. Lungo il viaggio ad alcuni fu assegnato il compito di stabilire insediamenti e di seminare e mietere i campi per gli immigrati successivi. I rapporti con i nativi fu difficoltoso, macchiato da feroci episodi, da entrambe le parti.

Dopo il linciaggio e l’assassinio del loro profeta Joseph Smith ( 27/6/ 1844) da parte dei connazionali inglesi di fede “tradizionale” , Il Tempio di Nauvoo bruciata, l’ordine di sterminio emanato dal governatore del Missouri, si sentirono smarriti. Diversi i pretendenti alla successione. Brigham Young assunse saldamente le redini del comando.

David White Rogers dirigeva le Unidentified Companies, dei reparti speciali di supporto alle alter. La loro marcia fu più lenta. Corpi scelti andavano avanti e indietro a soccorso dei gruppi in difficoltà. Erano in grado di affrontare qualsivoglia problema. In particolare, data l’esperienza di David e figli, costruivano e riparavano i carri e i carretti. David, il doctor, inoltre, interveniva in caso di assistenza “medica”.
Dette l’ordine di partire l’anno del Signore 1852. Aveva 64 anni. Accanto Martha (58 anni) e, pensate un po’,… Guglielmo Giosuè Rossetti Sangiovanni (27/4/1835- 23/12/1916), oramai un baldo giovane di 16 anni.

Susannah lo aveva affidato ai nonni. Lei si mosse, nello stesso anno, con la John S.Higbee/James W.Bay Company. Teneva per mano Horatio Pickett, di 4 anni (Winters Quarters, Nebraska, 10/5/1848 – 21/12/1918), il figlio che aveva avuto da un mormone “tiepido” e ubriacone , cioè un mascalzone, William Pickett, già sposato e che l’aveva abbandonata ancora incinta. Venutone a conoscenza, Brigham Young, in prima persona, immediatamente annullò il matrimonio.

Fu il periodo più oscuro e triste della storia umana di Susannah. Vide coinvolti il fratello del profeta, di Joseph Smith, don Carlos, lo stesso Joseph, dopo la morte del fratello, George, un cugino di Joseph e di don Carlos, William Pickett ed Agnes Moulton Coolbrith Smith, che fu moglie, in successione, di tutti i quattro. Tra il 1847 e il 1848 Susannah visse una matrimonio poligamo con Agnes Coolbrith e William Pickett. I figli di Agnes, nati dai precedenti matrimoni, sembra che vivessero tutti insieme con il figlio di Susannah.

Un ritratto, in cui compaiono, la prima figlia di Agnes e di don Carlos, anch’ella Agnese, e Sanjo, sembra confermarlo. Agnes Colbraith non volle seguire George nello Utah, iniziando il rapporto poligamico con William Pickett.

Partorì il bimbo, la povera Susannah, in un misero rifugio inondato dalla pioggia, quando, casualmente, suo fratello Ross la trovò in quello stato di disperata prostrazione. L’accompagnò, con i due bambini, nello Jowa, dove vivevano i genitori.

Partirono il 22 maggio del 1852; giunsero nello Utah tra il 13 e il 20 del successivo agosto, dopo aver attraversato il Mississipi. Tre mesi di inaudite sofferenze: malattie, morti, fame, disagi d’ogni genere. Alla sera, esausti, prima delle 20.00, ora tassativa dei ritiro nei carri per la notte, tutt’insieme a leggere le Sacre Scritture, elevando struggenti canti di ringraziamento al Signore.

Aveva quasi 40 anni questa grande donna. Il 19 gennaio del 1861 , a Salt Lake City, a 58 anni, sposò James Keate (17/3/1808-9/8/1891), un povero calzolaio di Bristol, che volle adottare Horatio e subito battezzarlo. La famiglia Keate era una famiglia mormonica molto numerosa. Anche James salpò per gli Stati Uniti con le sue tre figlie ed un figlio. Una delle figlie, Sarah Anna, morì durante il viaggio, forse di colera. Fu sepolta lungo il “sentiero”. Fu una vita incredibilmente difficile quella dei Keate.

19 gennaio 1861: un matrimonio strano per noi della Santa Romana Chiesa. Era lì, sul sagrato dell’imponente tempio, James ad attendere…le spose. Eh, sì: Susannah e Jacobine Benne Verbena Christofferson (1848-1896), una ragazza danese di Copenaghen di 15 anni!
Del resto la pratica dei matrimoni plurimi era diffusa in alcuni di quei primi pionieri. Il “colonnello” William Cody, cioè Buffalo Bill, che Guglielmo conobbe, ne era indignato.
David White Rogers in un periodo della sua vita fu allietato dalla presenza di diverse mogli, un vero patriarca. Ellen Bennet (1832-1887/’89) gli diede cinque figli. Vedova a 28 anni con un figlio, il secondo marito non lo accettò e si separarono, ma si accorse di essere incinta. Lo confidò al patriarca che accettò di dare il suo nome al bambino non ancora nato.

Questa era, tra l’altro, la grande famiglia mormone, apparentemente retta dagli uomini, ma sostanzialmente guidata dalle donne, che istituirono la Società di soccorso, organizzata secondo l’indole femminile, guida delle madri ad allevare i figli e a sviluppare nei mariti, figli e fratelli la gentilezza, il coraggio e tutte quelle virtù che sono realmente indispensabili per essere uomini degni.
Da tempo, forse, Susannah coltivava un sogno: il desiderio di aver la femminuccia che non aveva avuto e che, ora, a 58 anni, non avrebbe potuto avere. L’occasione si presentò quando il magnanimo James adottò una bambina indiana, affidandolo alla cura di Susannah. Era pratica comune, infatti, tra alcune bande indiane rapire bambini di altre tribù, minacciando di ucciderli se i bianchi non li avessero comperati.

Cora, la chiamarono, Cora Keate Hartman (1861-1898), appena nata. Crebbe Cora, fino a diventare una raffinata giovane donna con la guida amorevole di Susannah. Che bello! Che galantuomo quel James; sublime, non c’è altra parola, Susannah.

La famiglia di James, Susannah e Benne fu chiamata proprio da Brigham Young per colonizzare Saint George. Sanjo era un uomo attivo, fedele alla sua Chiesa. Divenne insegnante, giornalista, editore del Saint George Cactus, e scrittore, descrivendo, tra l’altro, l’Odissea del Mormon Trail. Curò il primo museo, il Deseret, di Salt Lake Valley, fondato nel 1869, di proprietà di John W.Young, figlio di Brigham Young. Si sposò, il 20 gennaio 1871, con Mary Ann Brown., un’inglese convertita. Ne ebbe due figlie, Maud (Annie Sangiovanni Forbes, 1874-1922) e Mamie (Mamie Sangiovanni Forbes, 1871-1924), le quali, probabilmente, non conobbero mai la nonna.

Dopo il 1973 la famiglia si trasferì a Deadwood nel South Dakota, in uno stretto canyon tra le Black Hills, un luogo aspro e selvaggio, dove nel 1886 Mary Ann morì. Aveva solo 36 anni. Vi rimase almeno fino al 1908, a gestire un pittoresco ristorante per minatori, che, in effetti, era un vero e proprio, saloon. Era il tempo della corsa all’oro. La città era gremita di prostitute, accattoni, ubriachi , “desperados”, pistoleri. Ogni tanto si vedevano da quelle parti Wild Bill Hickock e Calamity Jane. Sul bancone pesava l’oro, offerto a 17 dollari l’oncia. Gli spettava una piccola parte del ricavato. Forse pensò che in quell’ambiente il padre se la sarebbe cavata egregiamente. Nel 1894 un incendio distrusse il quartiere degli affari. Anche il saloon ne rimase coinvolto. Più volte si era recato a Saint George per rivedere l’amato fratello. Rimasero sempre uniti nella gioia esaltante e nel sereno dolore.
Era ancora lì, tormentato dai reumatismi, forse dolorosa eredità paterna oppure delle intemperie durante il lungo viaggio, quando Horatio gli comunicò la morte della mamma. Gli rispose con una struggente lettera: Non ci sono state donne del suo pari. Mi piacerebbe se tu potessi conservare per me la sua Bibbia.

Qualche tempo prima della morte rientrò a Salt Lake City, dopo 30 anni, trascorsi nempre nella precarietà economica. Durante la sua vita viaggiò per 36.125 miglia al servizio della Chiesa e del territorio dello Utah. Non fu sepolto nello stesso cimitero nel quale riposa Susannah, il Saint George, ma poco vicino, nel Mount Olivet Cemetery, insieme con le sue figlie. Horatio si sposò di nuovo dopo la morte della prima moglie. Ebbe complessivamente 17 figli.

Fu membro della prima banda militare di Saint George, impegnato nel coro e in spettacoli drammatici, carpentiere, pittore, impresario di pompe funebri, possessore di diritti minerari, vendette mobili e attrezzature agricole. Imparò lo spagnolo dalla madre. Fu anche eletto nell’Assemblea legislativa dell’Utah. Dal 1886 al 1890 fu giudice di pace a Saint George; nel 1888 e nel 1892 fu consigliere nell’assemblea cittadina; nel 1892 fu magistrato di Washington e nello stesso anno e, poi, nel 1896 tesoriere della Contea; collaborò con il Ministero dell’istruzione nel fondare una scuola superiore, l’Academy di Saint George; il 3/8/ 1907 si abilitò all’esercizio della professione legale esercitandola. Morì di influenza spagnola. La moglie bruciò tutte le carte di suo padre.
Lavorò, con la madre, nella costruzione del Tabernacolo del Tempio, pienamente gratificati, sembra. Il 29 dicembre del 1871 era salito, da solo, sulla guglia più alta, al collo una banda di ferro pesante, per armarla. Lo videro imponente stagliarsi verso l’alto dei Cieli nel 1893, quando fu terminato. Susannah aveva 80 anni. Visse ancora più di un decennio.
Si spense il 19 gennaio 1905, all’età di 92 anni, minuta ma dalla tempra d’acciaio, la nobile discendente diretta dei primi Normanni dai capelli d’argentoaristocraticaraffinata… un gigante intellettuale, nel ricordo di Zannie, una dei 75 pronipoti.

Riposa nel Saint George City Cemetery di Salt Lake City. Vicino la carezzano i suoi figli: Horatio, Cora e, un po’ più distante, Guglielmo.

(torna alla seconda parte)

 

 

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