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Un Magister del 1300
Le campane di Cosma

Pippo Posillipo

Per lungo tempo la tradizione orale ha salvato il nome di Cosma come artista di Laurino, confondendolo nel generico e disparato mondo delle arti, ricordandolo come pittore o associandolo, come Giustino Pecori, alla scuola dei cosmateschi.
Ma di queste attività non v'è traccia documentata.

Un fonditore di campane, invece. Il più antico artista di Laurino di cui si abbiano tracce, documenti, opere. Un maestro vissuto a cavallo tra 1200 e 1300, un fonditore di fama e successo cui, giustamente anche se confusamente, la memoria locale è rimasta in qualche modo legata.


Cosma ad Altomonte

E' noto da tempo che nel paese di  Altomonte in Calabria è presente una campana che porta la seguente iscrizione:

"Nell'anno del Signore 1336 mentre governava il signore nostro Filippo Sangineto, nel diciannovesimo anno del suo domino, Cosma De Laurino mi costruì".

La campana nella Chiesa di Santa Maria della Consolazione di Altomonte
COSMA

Da Laurino alla Calabria vicina, Cosma si è mosso per fondere una bella campana per un importante committente di rango, membro del Consiglio di Reggenza della corte angioina di Napoli.


Cosma da Laurino a Nola

Ma non basta. Tracce della presenza di Cosma da Laurino sono documentate anche nel Duomo di Nola. Luogo decisamente importante per la tradizione campanara perché il duomo è dedicato a San Paolino da Nola. A questo santo una tradizione cattolica attribuisce proprio l'introduzione dell'uso delle campane nel culto cristiano.

La presenza del lavoro di Cosma a Nola è documentata in un testo tratto dalla visita pastorale, effettuata dal vescovo di Nola mons. Giovanni Battista Lancillotti nel 1615.
Il testo, conservato nel secondo dei due volumi presenti nell'archivio vescovile di Nola, recita testualmente:

"Nec non in eodem campanile sunt duo aliae campanae parvulae, in una ipsarum sunt sculptae quattuor cruces: in alia vero sunt haec verba: Cosmano de Laurino me fecit, quae quidem campanae parvulae vulgariter nuncupantur li squilloni". *

Quindi due campane erano presenti nel campanile di Nola: in una sono presenti quattro croci, nell'altra si legge il nome del fonditore: Cosmano da Laurino.



La campana cui si parla purtroppo non esiste più.

Ma qui tocca fare menzione di un errore di attribuzione geografica. Carlo Ebanista ha dedicato importanti studi alle campane, ma parlando della squilla di Nola scrive:

"mentre la piccola campana priva di data (oggi non più esistente) fu eseguita da Cosmanus de Laurino (ossia Larino, in Molise) che forse va identificato con l’autore del bronzo conservato ad Agnone nel Museo Storico della campana ".
cit. Dal fuoco all’aria. Tecniche, significati e prassi nell’uso delle campane dal Medioevo all’età Moderna, a cura di Fabio Redi e Giovanna Petrella, Pisa 2007

Insomma, Laurino in Campania non è Larino in Molise.

Cosma al Museo delle Campane di Agnone

Ad ogni modo, lo studio di Ebanista è tanto più prezioso per noi perché ci dà informazioni su di una campana di Cosma presente ad Agnone nel Museo storico della Campana "Giovanni Paolo II" che, come è noto, è il più ricco museo delle campane ospitato dalla Fonderia Marinelli
(La campana presenta l'iscrizione a rovescio).

Insomma, abbiamo già tre campane la cui attribuzione è indiscutibile.

Cosma a Laurino

A conferma che il Magister non era di origini molisane, segnaliamo che proprio a Laurino sono presenti due campane firmate, ma senza data, di Cosma.
Tale concentrazione si spiega solo con l'appartenenza territoriale di Cosma a questo paese del Cilento, casomai fosse ancora necessario dimostrarlo.

Ecco dunque la più piccola, montata nel campanile a vela della chiesa dell'Annunziata che porta la scritta in stile gotico COSMA DE LAURINO ME FECIT con croci , i tre pallini verticali e i rameici di decoro che chiudono la frase.

La campana dell'Annunziata a Laurino

Come si vede, l'oggetto è stato sottoposto ad un trattamento che chiamarlo restauro sarebbe veramente troppo.

L'altro pezzo, decisamente più grande, è posto nel campanile della chiesa di San Biagio. La campana, di grosse dimensioni e a sei maniglioni decorati con cordonature, è posta nel punto più alto del campanile, non raggiungibile dall'interno.
E' comunque visibile dall'esterno l'iscrizione: COSMA DE LAURINO.
Non c'è data.

La campana di San Biagio a Laurino

Cosma alla corte di Roberto D'Angiò

Un documento** di spesa della corte angioina del 4 Aprile 1339, riporta la presenza a Napoli di due campanariis magistri campanae magnae chiamati al Belforte (Castel Sant'Elmo) per la fusione di una campana.
I due maestri sono Martuccio da Venezia e Cosma da Laurino.
E' quindi documentata l'importanza di Cosma che viene chiamato a lavorare direttamente nella capitale del regno.

Le campane sono oggetti pesanti e aerei al tempo stesso. La loro collocazione le ha esposte lungamente alle offese dei secoli: fulmini, crolli, rifusioni quando erano crepate, rifusioni quando servivano armi alla patria... Ma le ha anche difese lasciandole integre dalle molte piccole barbarie umane, tenendole lontane dalle loro mani.

Sui campanili di Laurino ne sono sospese e nascoste altre. Due sono del '400, grandi e bellissime di cui forniremo più avanti le immagini.
Sarebbe quasi logico pensare che l'arte di Cosma si sia perpretata in una bottega di famiglia, secondo la tradizione dell'epoca.

E' necessario avere consapevolezza dei piccoli tesori che si possiedono per poterne essere custodi scrupolosi.


Altre campane medioevali a Laurino
Bartholomeus     Antonellus

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Questo articolo è stato scritto sulla scorta delle ricerche e delle indicazioni fornite da Pippo Posillipo che qui ringrazio.
Senza di lui questo articolo non sarebbe potuto apparire.

Si ringrazia inoltre il professore Luigi Iroso per la puntuale segnalazione sui documenti nolani.

* la citazione del documento ci è stata fornita dal professor Luigi Iroso

** Il documento è in Mario Gaglione, Quattro documenti per la storia di Santa Chiara in Napoli, p. 403
e in Archivio storico per le Province Napoletane, Vol 21 pag 404 , Detken & Rocholl e F. Giannini, 2003

Su Filippo Sangineto vedi "Il conte Sangineto committente d'eccezione" di Maria Pia di Dario Guida, in Alla ricerca dell'arte perduta, Cangemi Editore, 2006

 

 

 

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