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Guerra 15-18
Soldato Miranda Giuseppe.
La “morte bianca”


Massimo Peloia

Dalle pagine di un diario di guerra, scritto da un cappellano militare, riscopriamo la triste vicenda di un soldato di Laurino, Miranda Giuseppe,
uno dei Caduti della Prima Guerra Mondiale.

Figlio di Pietro e Ambrosi Luisa, nato a Laurino il 19 febbraio 1895, era stato arruolato nell’83° Reggimento Fanteria della Brigata Venezia; anche il fratello Vincenzo, come capitava allora in tante famiglie, era militare nel 136° Fanteria della Brigata Campania. Verso la fine del secondo anno di guerra 1916, entrambi i fratelli Miranda si trovavano sul fronte trentino, nella zona della Valsugana; in particolare il reparto di Giuseppe presidiava la zona montana di M. Cima – Forcella Magna. Il comando di reggimento si trovava a Malga Sorgazza, mentre il 3° battaglione era dislocato con due compagnie sul valico di Forcella Magna, a quota 2117 metri. Con l’inizio della stagione invernale cominciarono i disagi per i soldati: “l’inverno del 1917 fu rigidissimo: già la neve aveva sorpassato i tre metri fin nel mese di dicembre e valanghe innumerevoli cadevano da ogni parte facendo anche vittime” (1).
Si trattò di un anno di eccezionali precipitazioni, tanto che nelle statistiche attuali l’inverno 1916-17 è considerato, con quello del 1950-51, il più nevoso dello scorso secolo.

Sospese tutte le attività belliche; il nemico, per entrambi gli eserciti, divenne la terribile “morte bianca”. Alla fine del mese di ottobre la neve era già altissima sulle cime e la tormenta si abbatteva implacabile sui soldati, ricoverati nelle baracche intorno al laghetto ghiacciato di Forcella Magna e sul Cengello. Continuò a nevicare anche i giorni successivi e inevitabilmente le valanghe cominciarono a staccarsi dai pendii carichi di neve.

La sera del 20 novembre una di questa valanghe seppellì quattro soldati del 83° Fanteria e vani furono i tentativi di portare soccorso, come si legge nelle memorie del Capitano Bongiovanni:


“notte del 20 novembre: mentre me ne sto con i miei ufficiali entro la baracca sulle rive del lago gelato (di Forcella Magna, n.d.r.) e di fuori la tormenta rende irrespirabile l’aria e il fragore delle continue valanghe riempie l’animo di spavento, mi sento chiamare al telefono…è il Colonnello Folco che mi dice: una valanga è passata sopra le baracche del Comando, sconquassandole tutte e portando via quella degli scritturali e della guardia. Tenti di raggiungere il Comando con un Plotone e i badili per il salvataggio dei sepolti” (2).

Nella più completa oscurità, ostacolati dalla tormenta, i soldati agli ordini di Bongiovanni cercarono di avanzare nella neve alta ma presto persero l’orientamento. Tra i militari rimasti sepolti anche il soldato Miranda Giuseppe che fu dato per morto, scomparso sotto valanga alle ore 22 del 20 novembre 1916 a Forcella Magna. Di lui non si saprà più nulla fino all’estate dell’anno successivo.

Nel frattempo i suoi compagni del 83° fanteria erano stati avvicendati dagli alpini del battaglione Val Brenta. Il cappellano militare di questo reparto alpino, Don Amilcare Boccio, ogni giorno si recava a celebrare la S. Messa presso i vari presidi in quota; il 18 luglio 1917 si trovava sopra Forcella Magna come riporta il suo diario di guerra:

“18 mercoledì: giorno di marcia – mi porto alla 262ª, […] celebro la funzione, cerimonia sentita da tutti… dopo il pranzo mi si notifica che a Forcella Magna s’era ritrovato il corpo di Miranda Giuseppe… giungo sul luogo… è in cancrena, puzzolente… coi vermi (ecco ove finisce la tua vanità o uomo!!!) – apro tutte le tasche non gli trovo che due biglietti da 5… lo mettiamo nella cassa… e lo portiamo al cimitero di Malga Sorgazza. Riapro la cassa per vedere se è soldato o caporal maggiore… constato che è soldato… lo seppelliamo… requiescat!!!
Sono stanco un poco… contento pel dovere compiuto” (3)

La narrazione del diario prosegue al giorno successivo, quando viene descritto l’incontro tra il sacerdote e il fratello di Giuseppe, Vincenzo, avvisato del ritrovamento del corpo:

“19 – al mattino mi vedo giungere il fratello del morto, del 136° Fanteria: Miranda Vincenzo… celebro la S. Messa per lui… lo conforto” (4)

Miranda Giuseppe venne sepolto nel piccolo cimitero di Malga Sorgazza, costruito l’anno prima dagli alpini della 263ª compagnia del Battaglione Val Brenta per i loro compagni caduti in guerra. In questo luogo trovarono ultima dimora altri soldati periti in zona, sia per eventi bellici che per eventi naturali, come furono purtroppo le frequenti valanghe degli inverni del ’16 e del ’17.

Il primo luogo di sepoltura

Dopo pochi anni dalla fine della guerra, venne deciso di sopprimere tutti i piccoli cimiteri che erano sorti in ogni angolo del fronte e raccogliere i resti dei Caduti nei grandi Ossari, trasferendo le salme provvisoriamente in cimiteri maggiori. Fu così che nel 1925, anche dal piccolo cimitero di Sorgazza, le salme vennero esumate e portate al cimitero di Pieve Tesino. Ma era destino che i resti di molti di loro non trovassero pace: da Pieve Tesino vennero portati prima al cimitero di Borgo Valsugana e successivamente all’ossario del cimitero di Trento, ultima dimora del soldato Miranda Giuseppe e di altri 3200 caduti della Prima Guerra Mondiale.

 

La lapide nel cimitero di Trento

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(1) Cappellano Don Amilcare Boccio, Il Battaglione “Val Brenta” pag 59
(2) L. Girotto, La lunga trincea
(3) Don Amilcare Boccio, Diario di Guerra 1915-1918 pag 87
(4) Don Amilcare Boccio, Diario di Guerra 1915-1918 pag 88

 

 

 

 

 

 

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