Tre continenti per tornare a casa
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              Angelo Vecchio
 

 


Dicembre 2008
Tre continenti per tornare a casa



Seconda guerra mondiale
Tre continenti per tornare a casa

Angelo Vecchio, figlio di Angelomaria e Maria Grazia Arcaro, classe 1915. Arruolato sotto il fascio, è geniere lavoratore nella Prima Compagnia dell'11 Genieri e combatte nel 1941 in Marmarica, la regione costiera dell'Africa settentrionale, a cavallo tra Libia ed Egitto.
Guadagna tre croci di guerra al merito in una zona prevalentemente desertica il cui centro più importante è Tobruk, teatro di una lunga battaglia tra le forze dell'Asse e quelle Alleate. Angelo Vecchio combatte dunque quella parte della guerra d'Africa che vide protagonista il generale Rommell e che fu ricordata come la prima sconfitta importante, proprio a Tobruk, della Wehrmacht.
Angelo Vecchio raccontava di aver visto e conosciuto da vicino il Generale Rommell "la volpe del deserto" in occasione del collaudo di una strada. Ma i genieri furono severamente richiamati da Rommell per aver fatto la curva troppo stretta che, ovviamente, dovettero allargare subito.

Le condizioni climatiche sono terribili, la sabbia, il caldo e gli inglesi non danno requie. In questa situazione la fame e la sete aggiungono qualcosa di infernale alla situazione. La faccia di Angelo parla chiaro in questa foto scattata dopo un lungo periodo trascorso al fronte.

Nel 1943 Angelo è a Sfax, in Tunisia, come ci ricorda un permesso del 1° Aprile.
Ma gli impicci bellici per la famiglia Vecchio non si limitano al solo Angelo. Combatte in Africa anche Diododro, suo fratello. In una cartolina spedita a casa, Angelo scrive di sapere che il fratello è impegnato sulla linea del fronte a Salum, a 150 km più a est di Tobruk. Ma il conflitto non va bene, le comunicazioni conoscono lunghi periodi di silenzio, tanto che Diodoro, ad un certo punto, è dato per morto.
  Angelo Vecchio

Il dolore di Angelo è forte, pari solo alla gioia che prova quando incontra per caso suo fratello dietro le linee del fronte, a Tripoli, scoprendo che anche lui è scampato al destino di molti.
Seduti su un bidone, i fratelli Vecchio raccontano con le loro facce tutto la felicità dell'incontro. La posizione speculare delle loro gambe e delle loro braccia è emblematica del loro legame e li fa sembrare cuciti in un indissolubile punto a croce...

Ma nel 1943 la guerra d'Africa è a una svolta decisiva. L'arrivo degli americani determina una sconfitta deciva delle forze dell'Asse e proprio gli americani fanno prigioniero un gran numero di soldati italiani. Tra questi c'è Angelo. Diventa anche lui uno dei 50.000 POW (Prisoners of War).
E' il momento di cambiare continente e andare in America. Si può immaginare che dopo tanto deserto, trovarsi circondati dalle acque dell'Atlantico deve essere stato quasi confortante, anche se il viaggio dura in tutto tre mesi e l'attraversamento del Canale di Panama resterà per sempre nella sua mente un brutto ricordo a causa delle terribili mareggiate del Mare dei Caraibi in centro America. Andarsene in quell'America di cui chissà quanto avevano sentito parlare... La migrazione stavolta è militare e coatta, ma la prigionia non è delle peggiori. Portato in Arizona e poi in giro per altri stati, Angelo mette in moto il suo meccanismo culturale che lo spinge ad avvicinarsi alla figura che ritiene "eminente" nel campo: il prete cappellano di cui diventa aiutante, in pratica fa il sagrestano. La prigionia americana è forse la migliore possibile a quei tempi e la strategia "ecclesiastica" è vincente.  Non lo sarà quando verrà attuata al ritorno in paese...

La prigionia nei campi americani non è affatto male. Una cartolina spedita nel dopoguerra dal cappellano compagno di prigionia ricorda così il periodo americano:
San Giorgio Morgeto, 27 dicembre 1946
Mio carissimo Angiolillo, ti scrivo dopo un bell'annetto dall'ultimo nostro Natale trascorso in quel "Camp Ross"... Bei tempi quelli, Angiolino, quando si potevano arrostire quei bei "tacchini" di parecchie libbre... Ti ricordi la lotteria, i galloni di vino... le terribili suonate di fisarmonica del danzerino Sacco e le sbronzature!! Ricevi ancora notizie dei "paesani" di Los Angeles?
Come sarebbe bello avere qui un negozietto come quelli del campo!
invece, bisogna tirare la cinghia e mandarne giù di tutti i colori. Se puoi, scrivimi e raccontami tante cose. Non pensare alla Mormacdove e a tutte le onde grosse che ti facevano venire il mal di testa. Ho creduto di averti voluto sempre bene e te ne voglio ancora altrettanto. Ti ringrazio per quanto hai fatto per me. Non ero degno di tutte le gentilezze di cui tu mi sei stato sempre generoso.

E' arrivato dunque il giorno del rimpatrio. Ma, alla felicità del ritorno, non fa seguito quella degli anni successivi.
Nel 46, tra fame e miseria, c'è posto per rimpiangere la prigionia e l'abbondanza americana.
Fa piacere e commozione vedere quanto affetto un laurinese si sia comunque guadagnato tra i compagni di sventura con la sua disponibilità e il suo senso di solidarietà.
Inizia per Angelo Vecchio un'altra avventura, quella della ricostruzione di sé, quella del Cantiere Scuola per avere un piccolo titolo da spendere come lavoratore emigrante in Francia.
Angelo Vecchio riparte, e deve essere stata veramente dura dover ripartire sempre da zero per dimostrare di valere molto di più.

 

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