Vendita della neve a Laurino
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Giugno 2009

 



Archivio Pesce
Vendita della neve

Quando nel 1783 Ferdinando IV visitò per la prima volta Ischia, gli furono offerti i prodotti dell'isola. Tra questi si fa menzione della neve.
Era infatti consuetudine diffusa in tutto il meridione che nei paesi ci fossero i nevaioli, i raccoglitori della neve che provvedono a conservarla e venderla nei mesi caldi dell'anno.

Oltre l'ovvia applicazione nella preparazione di sorbetti e granatine refrigeranti, la neve trovava una importante applicazione sanitaria per quanto riguardava il sollievo dei malati.
E' probabilmente per questa sua funzione che i contratti di vendita della neve stabilivano tempi e orari precisi, nonché clausole abbastanza severe per  la mancata fornitura del ghiaccio.
Insomma i venditori della neve erano un'appendice degli speziali-farmacisti dell'epoca.

Immaginiamo che, come accadeva altrove, in montagna ci fossero delle niviere, ovvero dei fossi per la raccolta della neve che poi veniva portata in paese quando si avvicinava la stagione calda.
Dalla tradizione orale raccolta in paese sappiamo che nel secondo dopoguerra (quando ormai i venditori di neve non c'erano più ma i frigoriferi non erano ancora diffusi) in casi eccezionali c'era qualcuno che andava a raccogliere la neve nella Grava di Vesalo proprio per soccorrere qualche malato.

Del resto non va dimenticato che sul Monte Cervati c'è la cappella della Madonna della Neve nel comune di Sanza.
Costantino Gatta nel 1700 scriveva:" Non è però che questo Monte [ Cervato] , tuttoché aspro e orrido, esso venga privo rimarcabili pregi e larghi doni di Natura, perché ivi nelle di lui ombrose caverne,e profonde Valli vi albergano perpetuamente le Nevi convertite in durissimi ghiacci, che ne' tempi estivi sovente hanno l'uso di accrescere le delizie non meno, che temperare l'arsura non solo ne' con vicini Paesi, ma anche nella Città stessa di Napoli, colà traghettatori per i Porti di Palinuro".


I contratti
I documenti che presentiamo sono appunto due contratti stipulati dal Comune di Laurino, sindaco Francesco Pesce, con privati.
Il primo è del 1856 e i firmatari sono Antonio Lettieri ed Antonio di Girolamo che vendono la neve:

"nella strada Ognissanto e propriamente in un terrazzo accosto alla casa di Saverio Palladino, pastecchia"

Come si vede, certi soprannomi hanno lontane origini...

Il secondo è dell'anno successivo e praticamente non ha differenze di rilievo rispetto al precedente. Lo sottoscrivono due laurinesi

Antonio Divenuto fu Salvatore ed Antonio Pacente, fu Angelo entrambi domiciliati nel Comune di Laurino... in un basso terraneo sotto l'abitazione del Sig. Ca.co D. Luigi Gaudiani

Questo secondo contratto ha una particolarità nella pagina delle firme.
Ecco una delle famose croci con cui firmavano gli analfabeti [...]

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Si ringrazia Raffaele Pesce per avere messo a disposizione i documenti


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