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Emilio "Arioppa" Durante
Scarti linguistici. Le velozze.

Chi non ha sognato di risentire i sapori "di una volta"? Chi non ha mai avuto nostalgia degli odori del cibo "di un tempo"?
Insomma, chi è che non ha mai desiderato di avere indietro qualche attimo della propria vita?

Andiamo a caccia della nostra età passata attraverso colori e odori. Siamo, davanti a certi sapori, addirittura commossi.
Mia madre raccontava sempre di un parente che viveva nella "lontana città di Napoli" ma che amava tornare di tanto in tanto in paese. A tavola, quando c'era la soppressata, chiedeva un attimo di religioso silenzio. Infilata la fetta di insaccato in bocca, si raccoglieva in se stesso, la mano sulla fronte chinata, gli occhi chiusi...
Una liturgia personale del ricordo. La privata eucarestia del gusto.

Pare proprio che la nostra anima abbia luogo nelle gole del palato, se è vero che Proust ha visto tutta Combray emergere da una tazza di tè fumante profumato da un biscotto.
Un sogno di vapori e gusto...
Ma ci vogliono davvero parole speciali per raccontare questo.

Allora, o sei Proust

E, appena ebbi riconosciuto il sapore del pezzetto di " maddalena " inzuppato nel tiglio che mi dava la zia (pur ignorando sempre e dovendo rimandare a molto più tardi la scoperta della ragione per cui questo ricordo mi rendesse così felice), subito la vecchia casa grigia sulla strada, nella quale era la sua stanza, si adattò come uno scenario di teatro al piccolo padiglione sul giardino, dietro di essa, costruito per i miei genitori (il lato tronco che solo avevo riveduto fin allora); e con la casa la città, la piazza dove mi mandavano prima di colazione, le vie dove andavo in escursione dalla mattina alla sera e con tutti i tempi, le passeggiate che si facevano se il tempo era bello. E come in quel gioco in cui i Giapponesi si divertono a immergere in una scodella di porcellana piena d'acqua dei pezzetti di carta fin allora indistinti,, che, appena immersi, si distendono, prendono contorno, si colorano, si differenziano, diventano fiori, case, figure umane consistenti e riconoscibili, così ora tutti i fiori del nostro giardino e quelli del parco di Swann, e le ninfee della Vivonne e la buona gente del villaggio e le loro casette e la chiesa e tutta Combray e i suoi dintorni, tutto quello che vien prendendo forma e solidità, è sorto, città e giardini, dalla mia tazza di tè.
Marcel Proust "La strada di Swann".


o sei Arioppa.

Perché anche Arioppa, illetterato barbiere e fotografo di paese, sa inventarsi una didascalia che è un poema. E come poeta, anche lui fa slittare le parole dalla routine quotidiana all'invenzione linguistica del momento. Commette l'errore felice che dà forza ai vocaboli creando una frase speciale che dice molto di più del semplice "come erano buoni i funghi, non li dimenticherò mai".
Forte, rapido e incisivo: "Ma' come sapevano bene!".
Un poeta!

PS:
Di pari intensità sono le parole che si leggono incise su una lapide del cimitero di Roscigno Vecchia.

Ofelio Vecchio
INNAURAZIONE
LA DEFUNTA
ANGELINA PALMIERA
DI LEONARDO
MORTA IL 27 GIUGNO 1898
DI ANNI 37
LASCIANDE FIGLI 3
DESCONZOLATO MARITO


 

 

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