Amor di padre, lettera di un emigrante
Zadalampe- terra che non c'è
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La lettera di
Pietro Antonio Di Motta

Aprile 2008



...si non si aporta bene
Ratili mazate

1891: una Chicago ruggente ma non per Pietro Antonio Di Motta.
Ecco uno che certamente in America c'è andato. Avrà avuto anche lui il suo bel passaporto. Ancora più bella la speranza.
La lettera parla di debiti da saldare, di una proprietà da riscattare, delle inevitabili nuove richieste di credito con la preghiera che i vecchi creditori portino pazienza.
L'annata, come sempre, non è stata buona. Ci si sono messe di mezzo malattie, spese mediche e ricoveri in ospedale. Insomma, come da tradizione.
La lingua è quella artificiale di un semianalfabeta, a volte incomprensibile, ma anche imprevedibile e creativa, forte dei suoi errori.

Alla fine della lettera un pensiero per la figlia Lina, a quanto pare affidata alla famiglia Ippoliti stessa. E a questo punto uno si aspetta un bacio e un abbraccio. Ma qui il sentimento è traslato su una certa Nenà, avrà lei il compito di voler bene alla bambina.
Il padre che scrive, invece, ha da ribadire solo il suo sistema educativo: “se si non si aporta bene ratile mazate”, con una orribile chiusa in cui ci si dichiara in buona sostanza pronti a rinunciare anche alla paternità: “ca sarà figlia vostra”.
Per uno che vive dall'altra parte dell'universo cognito è solo un dettaglio.


Carissimo Signiore Do' Aulisio Ipoliti Cone questa mia presente vi do' Notizia della mia buona salute Cosi io avere picere sentire di voi e tutta la dire Famiglia. Gitile Do' Aulisio io, vi spirisco uno vaglio di Lre Lire 400, vi preo alla Signoria vostra subito che avete recivita la summa richiamarivi Dominicantonio Morena Pisacano e anche a mia moglia di rescatarme la mia Proprità, e io creo certo, chè la summa di Lire 400
Non sono Abastate Ma o matato preate all Segniore Giovane Durante si se relevase di aiutarmi darmi tutto lo remanente chè gi vole chè io la prima meneta chè mi varagnio sono li sui riunite co' li terese e io , dà ala lettere chè mato a mia moglia mato uno foglieto di carta con la mia firma e la Facete voi, lo bono capitale e iteresse all sua coscizia di fare come vole Giachè cosi aveluta la mia fertuna questanno sono sato 4 mese amalato e si ni sono iuto 87 pezze per cuarimi e non sono a bastate e avuta dare a lo spotale e che o fatto due mese di lavoro mà speriamo chè stà bene
Si poi Giovanne Durante mi mancase di rarimi la summa manto a di' Graziato A Do' Angelo Mario Marini lo stroramento vi retirate tutte le ligistre che Domenicantonio, di più li miei creritore chè avesero botà manto poco cà la stagone chè vine sarano disfatte tutte, non alitro mi rerenieco alle più care salute riunite co la famiglia di parte Nenà, che vole bene a la mia Figlia Lina e si non si aporta bene ratile mazate cà sarà Figlia vostra, mi firmo lo vostro amico
Pietro antonio Di Motta

A Dio Vi racomato una pronte resposta e si farimi sapere Ill'tutto La mia Derezione e questa Ewing S,t, N, Il Chicago Ill'

 

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