Il laurinese che faceva miracoli
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Una pagina del libro


Ottobre 2008

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Oratio Pinto
Il laurinese che faceva miracoli

Ci sono notizie che a cercarle non si finisce mai ed altre che invece ti vengono incontro per caso o magari quasi ti saltano addosso.
Così apro un libro a caso ed ecco che la prima parola che mi capita di leggere è proprio Laurino.

“Historie sagre degli huomini illustri della Congregazione de’ Celestini”, opera pubblicata a Bologna nel 1648.
La storia inizia proprio con questo libro, una classica raccolta seicentesca di panegirici.

Scopro quindi dell'esistenza di Oratio Pinto, di famiglia salernitana prima trasferitasi a Novi e poi in Terra di Laurino, luogo di origine si sua madre

"della famiglia de' Valenti, nobile e ricca prosapia di Laurino. Hebbero questi sposi tra i molti altri figliuoli, il nostro Oratio (qual nome per essere dei Gentili cambiò poscia in Donato) la cui nascita sortì l'anno del Signore 1574 a' 29 di Novembre, come sta scritto nella fede autentica del suo Battesimo".

Pare che sul luogo di nascita non ci siano dubbi. E' un paesano...
Come è logico, sin da piccolo si manifestano i segni del suo irrefrenabile bisogno di vivere cristianamente. Era infatti

"compassionevole dei poveri, e d'infermi, a' quali cercò di sovvenire nel miglior modo, che ad un figliolino era permesso. E riferiscono che andava in casa straniere a visitar gl'infermi, e quando gli vedeva travagliati dal male, overo bisognosi di esser sovvenuti per la loro povertà, egli trasformandosi nelle passioni di quelli, dava all'improvviso in pianti dirottissimi, quasi cruciandosi di non haver maneggio di danari, né di poter loro apprestare l'opportuno rimedio, con che havesse possuto sodisfare all'animo proprio."

Indubbiamente, per il povero, trovarsi davanti un ricco bambino che piangeva non deve essere stato un gran conforto...
Ad ogni modo, il tempo passa e Oratio manifesta l'idea di mostrare pubblicamente la sua identità e diventare un frate benedettino. A casa sua non ne vogliono sapere e lo mandano a Napoli a studiare humane lettere con l'augurio che diventi dottore in legge o medicina.
La decisione è presa, evidentemente, con la segreta speranza che cambiare aria equivalga a cambiare idea (storie che si ripetono...).
Tornato a Laurino, si mostra invece ancora più determinato nella sua vocazione. Niente da fare...

Finalmente l'8 Febbraio 1595 entra nell'ordine dei frati Celestiniani

"nel Monastero di San Giorgio di Novi, fondato da Riccardo Marzani, Maresciallo di Sicilia, Duca di Sessa, Conte di Squillaci, Barone di Novi e Principe di Rossano; il quale per la singolare dicotione che professava alla nostra Congregatione, con molta pietà dedicò e ridusse il suo medesimo palazzo in forma di Monastero l'anno del Sig.1323".

E qui comincia il godimento incontenibile di Oratio/Donato...

"Non può descriversi il godimento che sentiva il Padre D. Donato dallo stantiare in quell'Eremo, ove poteva satollarsi di orare, e di servire la gloriosa Vergine (di cui fù tanto divoto & osservante che non ad altro pensava né per altro operava che per Maria) onde per esser quivi dimorato da 23 anni in circa, menando vita esemplarissima, & affligendo la sua carne con digiuni e penitenze austere, acquistò per tutti quei paesi fama tale,  che buona parte dei concorrenti andavano anche per vedere questo Servo di Dio, e raccomandarsi alle sue orationi."

I concorrenti di cui si fa menzione sono i pellegrini che accorrono al Monte di Novi, sia chiaro.

Seguono, nel libro, diverse pagine dedicate alle "molte virtù e perfettioni che rilucevano nel Padre Donato": umiltà, castità, semplicità e fede che gli consentono di trapassare l'ordine umano fino a consentirgli di giungere ai cori angelici.

Ed eccoci ai miracoli ricordati. In tutto sono tre.
1) Il primo a beneficiarne è proprio Oratio/Donato. Arrampicatosi su per una parete scoscesa del monte in cerca di erbe medicamentose per un malato, casca dal dirupo. Tutti lo credono morto ma il Padre torna sano e salvo come se nulla fosse. Un grillo...

2) Anche un bue, utilizzato per trainare grossi tronchi necessari alla costruzione della chiesa, casca giù

"da quel luogo eminente, senza riparo, se n'andò giù per lo monte, e sbalzando da un sasso all'altro, pervenne al più basso della montagna".

Il Padre si mette a pregare e l'animale viene visto ritornare al punto da cui era precipitato. Un grillo...
Le strade del Cilento sono quelle che sono, ma chi va a Novi è avvertito...

3) Infine, quello più strepitoso (non precipitoso).
Il miracolato è un certo Marco Greco della Diocesi di Policastro, totalmente sordo. Riacquista l'udito grazie al monaco laurinese che

"chiamò il sordo col suo nome, dicendo, Marco: qual voce per la prima volta penetrò nell'orecchio di colui, e rispose (dando segno d'haverla udita) che volete Padre?".

Ora, non è per fare i campanilisti, ma questo miracolo ne vale almeno due, perché qui il sordo acquista anche la facoltà della parola.

Il 18 Novembre 1626, il buon Padre muore.
I suoi confratelli sono costretti a lasciarlo esposto per diversi giorni prima di dargli sepoltura perché il concorso di gente venuta per l'estremo saluto è straordinario. Ciascuno chiede un pezzetto di stoffa, un po' di quella barba o un ciuffo di quei capelli che gli sono stati tolti. Reliquie...
Inutile dire che il corpo emise un soavissimo odore per tutto quel tempo prima della sepoltura.
Considerato ciò,

"convennero i Padri di dargli sepoltura particolare in una cassa. E per ultimo gli fù posta in proprie mani la sua vita brevemente descritta, affinche aprendosi la tomba, sappiano i posteri di quanto merito il P. Pinto fosse stato nella Religione...".

Santo subito?

 

L'opera “Historie sagre degli huomini illustri della Congregazione de’ Celestini” è dell'Abate Celestino Telera, tenace difensore di papa Celestino V, proprio quello che Dante mette tra gli ignavi.

 

 
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