Zadalampe- Laurino



Home  Persone Testi  |  Fotografie | Documenti
|

 

Columbus, rivista

Copertina della rivista COLUMBUS
Gennaio 1925

 

 

 

Zadalampe.com
info@zadalampe.com

Roberto Sangiovanni
Il medico di Garibaldi

Cosmo Schiavo

La foto, dell’ottobre del 1921, scattata dinanzi al monumento di Garibaldi a Washington Square Park, Lower Manhattan, di Washington, è tratta da “Columbus”, January 1925, p.47, rivista mensile bilingue illustrata fondata e diretta dal 1915 dal dott. Vincenzo Campora – 132 Nassau Street, New York - Dice all’America che cosa è l’Italia, dice all’Italia che cosa è l’America.

Roberto Sangiovanni

Sulla destra: Roberto Sangiovanni con la moglie;

Sulla sinistra:

  1. Armando Diaz (1861-1928), che fu il primo italiano ad essere onorato da una ticket-tape parade (parate in occasione di grandi avvenimenti con lancio di pezzettini di carta) dalla città di New York in occasione del suo viaggio negi U.S.A., effettuato per inaugurare a Kansas City, il 1° Novembre, il Memoriale della libertà, il monumento nazionale statunitense in ricordo della Grande Guerra. Erano presenti anche gli altri comandanti vittoriosi delle nazioni dell’Intesa (per il Belgio Tenente Generale Baron Jacques, per la Gran Bretagna l’Ammiraglio David Beatty, per la Francia il Maresciallo Ferdinandi Fock, per gli Stati Uniti il Generale John Persching. A riceverli il Presidente degli Stati Uniti Calvin Coolidge;

  2. Alla sua destra il senatore Vittorio Rolando Ricci (1860-1951), ambasciatore onorario a Washington (25/2/1921-29/12/1922);

  3. Segue il Senatore Luigi Albertini (1871-1941), il famoso direttore del “Corriere della sera”, delegato italiano della Conferenza per il disarmo navale a Washington (1921);

  4. Alla sinistra di Diaz il Senatore Carlo Schanzer (1865-1953), a capo della delegazione italiana alla conferenza di Washington, padre di Fulvia Schanzer, a sua volta mamma di Carlo Ripa di Meana;


Roberto Sangiovanni era figlio di Giosuè, l’illustre patriota e scienziato, e di Clorinda Sangiovanni, sua cugina, figlia dello zio Matteo, legale, e di Angela Parella (o Perella).
Giustino Pecori, nella sua monografia su Laurino, ci riferisce che:

Roberto suo figlio [n.d.r. di Giosuè] nel campo scientifico ed umanitario si rese benemerito della patria. Nel 1860 curò le ferite dei suoi fratelli garibaldini. Cooperò alla liberazione di Roma e però fu fregiato da due medaglie commemorative. Nel 1865 e 1866 quale chirurgo maggiore della V Legione della Guardia Nazionale curò i miseri attaccati dal colera, con disinteresse, e venne attaccato dal morbo. Ricomparsa l’epidemia nel 1875 tornò all’assistenza dei colerosi e si ebbe la medaglia ai benemeriti della pubblica salute. Prodigò le sue cure al generale Garibaldi e al suo figlio Manlio. Nel 1881 vinse una grave malattia di Garibaldi e lo consigliò a venire a Napoli ove tenutosi il consulto a sua richiesta approvò il suo metodo curativo. Il viaggio fatto in Sicilia dal Generale consigliato dal Sangiovanni lo fece ricadere, ma il Sangiovanni lo seguì, e dopo 4 mesi di assidua cura si separò dallo stesso e ricusò ogni compenso. Inventò la polvere alimentare di carne cruda che fece prendere a Garibaldi.

La sua data di nascita è da porsi nella seconda metà degli anni ’20 dell’Ottocento, in quanto, evidentemente giovanissimo, curò Garibaldi esule a Staten Island. Era il 30 luglio 1850. A causa dei dolori causati dai reumatismi lo dovettero aiutare a scendere dalla nave.Vi soggiornò saltuariamente (dall’agosto del 1850 all’11/2/1854, data di rientro in Europa, con puntate, pensate un po’, in Perù, in Cina, nelle Filippine, sfiorando le coste dell’Australia), ospite nel cottage dell’amico e fratello massone Antonio Meucci, proprio lui, l’inventore del telettrofono, cioè del telefono
(v. il bel sito del Garibaldi-Meucci Museum).

Rientrò in Italia anche Roberto Sangiovanni, se lo troviamo attivo nel 1860 con le camicie rosse. Scioltosi l’esercito garibaldino, nel 1865 e nel 1866, è chirurgo maggiore della V Legione della Guardia Nazionale, corpo militare composto di volontari civici, dipendente dal Comune, ma istituito dal Generale Cialdini col compito, soprattutto, di contrastare il brigantaggio. Forse anche Roberto prese parte il 4 giugno 1863 alla cosiddetta battaglia di Magliano contro la banda borbonica capitanata dal famoso colonnello/avvocato Giuseppe Tardio di Piaggine.

Sciolta la Guardia Nazionale nel 1872 lo troviamo, nel 1975, molto probabilmente da semplice medico, ad assistere i colerosi. Cura ancora Garibaldi e lo sfortunato bellissimo Manlio, affetto da tisi. Sulle cure all’eroe nell’ultima fase della sua vita, riferite dal Pecori, si intersecano elementi di incertezza. Garibaldi è costretto in carrozzina fin dal 1880. Nel novembre dello stesso anno presenta le proprie dimissioni al Parlamento. Nel respingerle, gli sarà accordato un congedo di tre mesi. In questo periodo sono, probabilmente, da collocare le notizie riferite. La salute evidentemente migliorò se il 18 gennaio del 1882 partirà da Caprera per essere presente a Palermo al VI centenario dei Vespri. Si tratterà a Napoli fino al 24 marzo; raggiungerà Palermo il successivo 28. Poi la situazione precipiterà fino alla scomparsa, a Caprera, il 2 giugno 1882, dopo essere stato alimentato artificialmente negli ultimi tre giorni.

Durante la Conferenza sanitaria internazionale di Roma, inaugurata il 20/5/1885, alla presenza dei maggiori studiosi del mondo, il Presidente Jacob M. Moleschott, eminente filosofo e fisiologo olandese, professore ad Heidelberg, poi a Zurigo, a Torino e a Roma, presenta un esemplare dell’opera di Roberto Sangiovanni sulla cura del colera, offerta dall’autore.

Successivamente del medico patriota non abbiamo più notizie, se non quelle riportate a corredo della foto, nelle quali è detto decano del corpo sanitario italiano di New York. Dunque, in tarda età, varcò l’Atlantico per trasferirsi a New York. Non ne conosciamo le ragioni. La foto sembra, forse, mandarci un messaggio di separatezza: da una parte, sulla sinistra, si offre alla percezione di chi scrive di una triste fissità: l’Italia “ufficiale”, istituzionale, quasi paralizzata; dall’altra si apre al movimento: un’anziana coppia, un po’ goffa, ma orgogliosa e sorridente, fiera di rappresentare, in ogni caso, un pezzo di storia di un’Italia che, oramai, non esisteva più.

 

 



 

 

Creative Commons License
This opera by http://www.zadalampe.com is licensed under a
Creative Commons Attribuzione-Non commerciale-Condividi allo stesso modo 2.5 Italia License.
Zadalampe.com   info@zadalampe.com